Ormai è diventato un appuntamento imperdibile quello con Patricia e con l'incipit della sua storia. Quando non partecipo è solo perché non faccio in tempo, non perché non ne ho voglia!
Questa volta, poi, mi sono lancianta in un racconto fantasy e, a differenza delle altre volte, ho optato per la versione lunga del racconto e ho contato non le battute, ma le parole.
Ricordo brevemente le regole di Patricia.
La scadenza è per il 30 di ottobre.
Questo è l'incipit di Patricia
Seduta ai margini del bosco sotto alla vecchia quercia spoglia rimuginava.
Un peso le gravava sulla coscienza. Forse era giunta l’ora di liberarsene ma con chi parlarne?
A chi rivolgersi?
Chi avrebbe capito?
D’un tratto il tappeto di foglie ingiallite dall’autunno scricchiolò vicino a lei. Si voltò.
Un piccolo Gnomo dalle orecchie a punta e dalla lunga barba bianca le si avvicinò.
"Alice sono arrivato e sono tutto orecchi!"
"La fai facile Thor sono io che non so da dove cominciare", rispose la bambina sorridendo allo gnomo.
"Vai a capire perché i grandi sono così complicati"
"Hanno tanti anni Alice, non è colpa loro, è il tempo che passa!"
"Hai ragione Thor. Facciamo così, ti racconterò una storia...
C'era una volta una porta con una strana serratura. Non serviva la chiave per aprirla, servivano parole.
Beh, la porta era magica ma non stupida. Non bisognava stare lì davanti a parlare a casaccio. Bisognava dire le parole giuste, che nascevano dal cuore. Solo con parole di questo tipo la porta si apriva e rivelava il segreto che celava.
Una sola persona era riuscita ad aprire quella porta: una bambina.
Non è importante sapere con quali parole era riuscita ad aprire la porta.
La cosa importante è sapere cosa ha trovato dall'altra parte.
La porta era un ponte di passaggio tra due mondi.
Il mondo fatato da una parte, il mondo reale dall'altra.
E il mondo reale Thor era molto, molto pauroso.
I colori erano scuri.
Il sole non illuminava.
I bambini non giocavano, ma facevano la guerra.
La bambina era atterrita e voleva tornare indietro.
Voleva richiudere la porta, cancellare le parole che l'avevano aperta, sprangare per sempre quella serratura e rimanere nel mondo di qua.
Era disperata e non sapeva come fare.
Non le rimaneva altro da fare che scappare e nascondersi sotto alla vecchia quercia.
259 parole.
Bella favola Barbara!
RispondiEliminaTemo però che quella bambina non sia più riuscita a chiudere di nuovo la porta :(
Bacio!
Lo temo anche io Patricia!
EliminaAnche tu ti sei lanciata con il magico. Brava barbara.
RispondiEliminaOgni tanto un'incursione nel mondo magico ci vuole. Grazie!
EliminaAlice al contrario. Geniale!
RispondiEliminaSi legge che è una meraviglia, brava :)
Marina
Grazie Marina!
EliminaCazzarola, Barbi, troppo bello!!!
RispondiEliminaStavolta ti sei superata.